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EDITORIALE

Buona nascita!
Mi rendo sempre più conto che se è facile dire “buon Natale”(e quante volte lo diremo in questi giorni!), è molto più difficile rendersi conto che significa augurare… una buona nascita! Già. Perché entrare nella nascita di Gesù, lasciare che la Sua nascita possa far rinascere la nostra vita e la apra a una dimensione nuova, a un mondo nuovo, è sempre più difficile nel nostro tempo. Anche nelle nostre case.
Per questo mi colpisce questo dipinto di un autore italiano contemporaneo, perché ci aiuta a meditare sulla bellezza e drammaticità di questa nascita, portandoci 9 mesi indietro, nel momento del concepimento.
È chiaro che qui si apre una porta nel muro della storia: adesso, finalmente, i cieli nuovi e la terra nuova di Dio sono accessibili, si è aperto un varco, un passaggio; Gesù è davvero la Via che porta al Padre, è la Vita stessa di Dio che è entrata nel nostro spazio e nel nostro tempo. E sugli stipiti della porta ci sono “schiacciati” contro (quasi a diventare essi stessi stipiti che sorreggono l’arco della porta) l’angelo Gabriele e una ragazzina di 13-14 anni, Maria. L’angelo è calmo, sereno, con le braccia distese; Maria è maggiormente turbata, con un braccio si raccoglie, si trattiene. Perché qui sta avvenendo l’incredibile: al centro, c’è l’offerta del giglio, che simbolicamente rappresenta l’offerta a Maria del concepimento verginale di Gesù. E non è certo facile entrare in questa storia.
E l’autore indica questa bellezza drammatica con il vento e con il tratto del disegno.
Con il vento: guardando i capelli, si vede che soffia da sinistra a destra per l’angelo e da destra a sinistra per Maria. Sono due direzioni diverse: Maria aveva già le sue attese e i suoi piani… e poi arriva Dio a scombussolare tutto! E con il tratto del disegno: che è a pastello, con tratti nervosi, righe incise come se fossero dei graffi, perché è stato difficile per Maria dire il suo “sì”. Eppure quei tratti hanno già oltrepassato la porta: sono tratti azzurri (il cielo è entrato nella terra), bianchi (la luce illuminerà le tenebre), rossi (il dono d’amore che ha sopportato anche il sangue e il dolore).
Mi auguro e vi auguro questo: come Maria, nonostante tutti i venti contrari, nonostante tutte le mani che ci porterebbero a trattenerci e a tenere le distanze, nonostante l’essere inchiodati e incollati ai muri della vita… apriamo le porte al dono della nascita di Gesù. Perché è il modo più profondo per dare senso anche alla nostra stessa nascita.

m.r.z.


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