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Premierato sì, ma non così, Stefano Ceccanti
Lavori di gruppo, a cura di Ileana Chinnici, Stefania Valazza, Valentina Soncini
Sinodo: quali prospettive per gli Istituti secolari, Laura Floris
Omelia, Don Luigi Chistolini
L’OPINIONE
Il mio Ramadan in Tunisia ed Egitto, Irene Canu
Interrogati dalla complessità del nostro presente, Bruno Scuccato
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Verbale Assemblea dei Responsabili, Chiara Sabena
“Settenari”: la sfida della formazione continua, F. A.
Abitare strade, custodire umanità, Angela Savastano
IN MEMORIA
Il discernimento nella vita della venerabile Magdalena Aulina, fondatrice dell’Istituto secolare “operaie parrocchiali”, Pina Milana
SEGNALAZIONI
ESERCIZI SPIRITUALI
EDITORIALE
Ultimamente non sognavo più Speravo di farlo, alla vigilia delle elezioni per le Europee.
Non riesco a votare senza un sogno: se tanti non sono andati, forse è perché nessuno li ha fatti sognare. Non ci sono state parole che mi abbiano fatto sognare. Si è litigato, si è fatto a chi alzava maggiormente la voce, si sono fatte promesse un tantino esagerate. Nessuno mi ha fatto sognare un mondo più bello e più giusto. È importante che il laico si occupi di politica e che la politica sia occasione di formazione
nelle parrocchie e in generale nel cosiddetto mondo cattolico?
Sì, e qui di seguito, in breve (e in modo certamente incompleto), un gruppo di buoni motivi.
Andreatta Beniamino, Anselmi Tina, Ardigò Achille, Bachelet Vittorio, Balducci Ernesto, Colombo Vittorino, De Gasperi Alcide, Dossetti Giuseppe, Giordani Igino, Giuntella Paolo, Gorrieri Ermanno, Grandi Achille, La Pira Giorgio, Labor Livio, Lazzati Giuseppe, Martini Maria Eletta, Mattarella Piersanti, Mazzolari Primo, Miglioli Guido, Milani Lorenzo, Moro Aldo, Murri Romolo, Pastore Giulio, Quarenghi Vittoria, Rosmini Antonio, Ruffilli Roberto, Scalfaro Oscar Luigi, Scoppola Pietro, Sturzo Luigi, Zaccagnini Benigno.
Di queste persone – conosciute e meno conosciute – non sono da considerare solo il pensiero o le opere, ma anche la passione.
Quando sentiamo parlare della necessità di una nuova generazione di politici cattolici noi tutti capiamo, e in buona parte condividiamo. Ma ci sentiamo di precisare un aspetto.
Non occorrono iniziative straordinarie per far nascere una speciale generazione, ma una sana e consapevole ordinarietà nella formazione di persone che accettano piccole o grandi responsabilità nella comunità locale o nazionale. Persone di una fede adulta, a volte coraggiosa, a volte paziente. Persone che a volte sbagliano e che a volte vedono lontano. Anche perché sentono di venire da lontano. Perché sentono che la loro opera è in continuità con quella di chi li ha preceduti. In questo senso apprezziamo l’idea di una “generazione”: l’idea di generare e quella di essere generati.
Una catena. Di quelle che liberano.
Tanta roba. Tanti sogni.
m.r.z.
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