APPUNTI DI SPIRITUALITÀ
«Sia fatta la tua volontà», Don Marco Pozza
IN PRIMO PIANO
Il Discernimento nella Chiesa delle origini: criteri e atteggiamenti, Don Patrizio Rota Scalabrini
Discernimento storico: criteri e atteggiamenti, Cristina Simonelli
Invecchiamento attivo: breve intervista ai membri degli Istituti
secolari, a cura dell’Osservatorio CIIS
TEMI APERTI
Il cuore parla al cuore, Mauricio José Polelli
Più profonde sono le fondamenta più alta potrà essere la costruzione, Chiara Paganuzzi Mazzoletti
L’OPINIONE
La vostra gioia sia piena, Angelo Onger
PASSI DI SECOLARITA’
La storia di una immigrazione: dalla diversità la ricchezza, Lea M.
Destinazione Paradiso, Bianca
Dalla CIIS
Essere profeti nella Storia e voce autentica nella Chiesa, a cura di Maria R.
Dalla pandemia: cosa lasciamo, cosa conserviamo, cosa
scegliamo per il futuro, Gabriella Scalisi
IN MEMORIA
Ricordo di Luciana Tasinato, Rosabianca C.
EDITORIALE
Il tema del tempo è diventato di moda, soprattutto dopo il periodo che abbiamo vissuto nei mesi scorsi e che ancora stiamo vivendo.
“Buon giorno”, disse il piccolo principe.
“Buon giorno”, disse il mercante. Era un mercante di pillole
perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana
e non si sentiva più il bisogno di bere.
“Perché vendi questa roba?” disse il piccolo principe.
“È una grossa economia di tempo”, disse il mercante. “Gli esperti hanno
fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatré minuti alla settimana”.
“E che cosa se ne fa di questi cinquantatré minuti?”
“Se ne fa quel che si vuole…”
“Io”, disse il piccolo principe, “se avessi cinquantatré minuti da spendere,
camminerei adagio adagio verso una fontana…”
Sono rare le persone che, avendo tempo a disposizione, saprebbero fare la scelta del piccolo principe, una scelta di calma e di essenzialità. Anche se nei mesi scorsi abbiamo imparato a rallentare, abbiamo poi ripreso a vivere di corsa. Concedersi l’attesa di una lettera sembra un lusso. Più rapida la telefonata. E più rapido ancora un messaggio whatsapp. I ritmi si sono rifatti pressanti.
Anche nei nostri Istituti si è rialzata la soglia della fretta.
Spesso, quando siamo richiesti di un favore o ci viene fatta una proposta, ci ritiriamo dietro la frase: “Non ho tempo”. Eppure il tempo non è una cosa che possediamo, una cosa che si ha o non si ha. È la sostanza di cui siamo fatti. Per questo, nonostante gli orologi, c’è un tempo che non si misura. C’è infatti qualcosa di profondamente soggettivo che rende interminabile il minuto di ritardo di una persona cara, che rende interminabili le giornate durante la chiusura o troppo breve l’incontro con gli amici. E c’è un tempo oggettivo che si misura e di cui dobbiamo tener conto per vivere con gli altri senza causare disagi.
Per gestire bene il tempo occorre fermarsi e programmare, selezionare e soprattutto puntare sull’essenziale con responsabilità.
Mi ricordo un’espressione di Etty Hillesum nel suo Diario: “Bisogna accettare le proprie pause”. Proprio come le cose più importanti hanno bisogno di tempo, così anche noi abbiamo bisogno di pause, di passare dal galoppo delle nostre emozioni alla pacata degustazione di ogni frammento di vita, anche quando è limitato dalla costrizione della situazione.
In questo tempo in cui riviviamo il mistero del Natale, il Bambino Gesù ci ricorda che Lui ha avuto il tempo di venire in mezzo a noi e di rimanere con noi.
m.r.z.
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